Martedì 11 gennaio, all’età di 65 anni è morto il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Il tributo di BarBalcani al suo impegno per la pace, la democrazia e l’adesione dei Balcani all’UE
È morto a 65 anni, per una complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario, David Sassoli, il presidente del Parlamento Europeo. Martedì 11 gennaio ci ha lasciati un uomo giusto, un politico rispettato, un presidente buono. Anche chi non l’ha mai conosciuto personalmente ricorderà David Sassoli per la fermezza dei suoi valori – l’europeismo, la giustizia sociale, l’uguaglianza per tutti gli uomini e le donne, lo Stato di diritto – e per la completa apertura al dialogo. Ecco perché, prima che un presidente autorevole, era un essere umano che non si poteva fare a meno di apprezzare e ammirare.
Quelli che ne sanno direbbero che era “un grande esempio”. O forse, più semplicemente, aveva abbracciato con tutta la sua essenza i principi della democrazia, della repubblica, dell’antifascismo e dell’Unione Europea. E chi ne ha anche solo incrociato lo sguardo almeno una volta l’ha percepito fin nelle viscere. Di coccodrilli, analisi e testimonianze ce ne sono allo sfinimento ed è bene leggerne il più possibile, per capire chi fosse e cos’abbia rappresentato nella nostra storia recente David Sassoli.
A BarBalcani vogliamo ricordarlo come uno dei più convinti sostenitori del processo di adesione dei Balcani Occidentali all’Unione Europea. Non a caso il suo primo viaggio da presidente del Parlamento UE al di fuori dei confini dell’Unione nel 2019 era stato in Macedonia del Nord, per ribadire che l’Eurocamera sarà sempre al fianco dei cittadini balcanici lungo questo cammino. Ha avuto modo di ripeterlo più volte nel corso dei suoi ultimi due anni e mezzo. Da presidente, da uomo e da convinto europeista: i Balcani sono il cuore dell’Europa, non esiste Europa senza Balcani.
“Motore di pace e democrazia”
Pace, democrazia, stabilità e prosperità. Era il 29 giugno del 2021 quando il presidente Sassoli tratteggiava il ruolo delle istituzioni parlamentari in Europa in generale e nei Balcani in particolare. Al vertice con i presidenti dei sei Parlamenti dei Balcani Occidentali, Sassoli si era rivolto ai colleghi, stimolandoli a lavorare insieme verso il “nostro comune futuro” europeo: “Come spazi inclusivi di dialogo e di scambio di opinioni, i Parlamenti possono favorire la comprensione reciproca e la riconciliazione nei Balcani Occidentali, contribuendo così direttamente alla pace, alla stabilità, alla prosperità e a una democrazia più forte nella regione”.
Vero “motore di pace e democrazia“, il Parlamento (nazionale ed Europeo) rappresenta l’istituzione fondamentale per il funzionamento della cosa pubblica: “In tempi pandemici e post-pandemici devono esercitare pienamente i loro ruoli legislativi, di controllo e di supervisione”. E proprio la pandemia COVID-19 “ha ulteriormente evidenziato quanto dipendiamo gli uni dagli altri per affrontare le sfide attuali e future“, in particolare sul fronte dello sviluppo sostenibile e della ripresa socio-economica a lungo termine della regione. Di qui la necessità di stimolare il cammino europeo dei Paesi balcanici: “L’allargamento rappresenta più che mai un investimento geostrategico in un’Europa stabile, forte e unita“.
Very positive 2nd summit with the speakers from the #WesternBalkans!
Enlargement means hope, for all sides! We call on the Council to keep its promises and speed up the enlargement process.
This is a geostrategic investment, for a strong, united Europe. https://t.co/znHkqeU1NH pic.twitter.com/ounhDFgGXS
— Roberta Metsola (@EP_President) June 28, 2021
Era per questo motivo che Sassoli richiamava i 27 Paesi membri UE a rispettare le promesse ai Balcani e a “prendere urgentemente un’azione decisiva per accelerare il processo di allargamento”. Il presidente Sassoli prometteva che “il Parlamento Europeo rimarrà un partner impegnato verso un futuro europeo comune“, offrendo sostegno al dialogo, al rafforzamento delle capacità parlamentari, all’osservazione elettorale e alle azioni per i diritti umani. L’adesione dei sei Paesi balcanici all’Unione «significa speranza per tutte le parti!”
“Non tradiamo le speranze dei cittadini”
Ma la questione dell’allargamento UE aveva una valenza anche più pratica per il presidente Sassoli. Alla vigilia del vertice UE-Balcani Occidentali a Kranj (Slovenia) del 6 ottobre 2021, il presidente del Parlamento Europeo inviava una lettera al presidente del Consiglio UE, Charles Michel, per esortarlo nei lavori dell’appuntamento più importante dell’anno: “Avere un continente pacifico, stabile e prospero gioverebbe immensamente a tutti i cittadini europei. Questo nuovo slancio non può che avere un effetto positivo nella regione e potrebbe contribuire alla sua trasformazione democratica e alle relazioni di buon vicinato”.
Contro i ritardi, i veti e gli attendismi tattici, Sassoli ammoniva i convenuti a Kranj che “ogni ulteriore esitazione rischia di incoraggiare altri attori che desiderano acquisire influenza nella regione”. Non mantenere le promesse fatte ai partner significa “tradire le speranze dei cittadini”. La base imprescindibile di tutto il discorso è il “rispetto dei criteri di adesione”, con i valori e i principi fondamentali alla base del progetto UE che “devono rimanere la luce che guida il cammino di ogni Paese sulla via dell’adesione”. Un’Europa “veramente geopolitica” può nascere solo alle frontiere, “con i nostri amici più vicini, con i quali culturalmente e storicamente condividiamo la stessa identità europea”.
We call on leaders at the #EUWBSummit2021 to give new impetus to the accession process.
Enlargement, based on common values, benefits us all – it is time to move forward.
Further delay risks encouraging others who wish to gain influence in the region. https://t.co/450JxorPdd
— Roberta Metsola (@EP_President) October 6, 2021
“I muri sono immorali”
Infine la questione delle frontiere. Il presidente Sassoli aveva avuto modo di ribadire in diverse occasioni che la gestione delle politiche migratorie – tra cui anche la rotta balcanica – deve essere guidata dai principi di umanità e di solidarietà. Lo aveva ricordato anche nel suo ultimo intervento istituzionale, ai capi di Stato e di governo riuniti a Bruxelles per il Consiglio Europeo del 16 dicembre 2021.
“Proteggere gli europei significa anche saper rafforzare con determinazione l’integrazione delle nostre politiche di gestione della migrazione e delle frontiere esterne. Nei miei interventi ho spesso sollevato la questione della migrazione e dell’asilo: non è un segreto che la migrazione sia diventata un tema-chiave nelle relazioni esterne dell’UE e nella nostra agenda di politica estera. Il Parlamento sta già lavorando al miglioramento delle proposte della Commissione inerenti al Patto europeo sulla Migrazione e l’Asilo, sulla base di un nuovo patto di solidarietà e responsabilità. Il Consiglio farà la sua parte e si tratta ora di trovare urgentemente un accordo, altrimenti saranno il populismo e le soluzioni a breve termine a prevalere in tale dossier”.
Happy holidays, a very merry Christmas, and a hopeful New Year! pic.twitter.com/8GJGPFfdk2
— Roberta Metsola (@EP_President) December 23, 2021
E poi l’ultimo intervento, in assoluto, affidato ai canali social per augurare serene feste e un buon 2022. Quasi un monito per la sua eredità spirituale: “Nel corso del 2021 abbiamo visto nuovi muri. I nostri confini in alcuni casi sono diventati confini tra morale e immorale, tra umanità e disumanità. Muri eretti contro persone che chiedono riparo dal freddo, dalla fame, dalla guerra, dalla povertà.
Abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti e tutele, a chi chiede di proteggere il proprio pensiero, accanto a coloro che continuano a chiedere un’informazione libera e indipendente. Oggi l’Europa con il Recovery Plan ci dà grandi opportunità di abbandonare l’indifferenza: è la nostra sfida, quella di un mondo nuovo che rispetta le persone e la natura, e crede in una nuova economia, basata non solo sul profitto di pochi ma sul benessere di tutti”.
Il “Progetto Langer-Sassoli”
Da qualche tempo la redazione di BarBalcani stava iniziando a ragionare sulla possibilità di organizzare una conferenza per ricordare la figura e l’impegno di Alexander Langer, politico altoatesino che si è speso per un’Europa più giusta e per la pacificazione dei Balcani negli anni Novanta.
L’ospite d’onore – se mai avessimo avuto la forza per portarlo attorno a questo tavolo – sarebbe dovuto essere proprio il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli. Con lui avremmo provato a ragionare su come le sfide lanciate da Langer sono state accolte dall’Unione Europea e a cosa ancora rimane da rispondere, a poco meno di 30 anni dalla sua morte.
Il presidente Sassoli ora non c’è più e anche questa piccola utopia di BarBalcani è tramontata. Ma, come diceva lo scrittore Eduardo Galeano, l’utopia è come l’orizzonte, serve a farci camminare. E noi questo cammino vogliamo portarlo avanti, con ancora più determinazione. Ecco perché nei prossimi mesi inizieranno i preparativi per l’evento “Progetto Langer-Sassoli”. È ancora tutto da definire, ma sarà un grande giorno per la democrazia, per l’europeismo, per i Balcani e per la memoria di questi due grandi uomini e politici.
Questa è una promessa. Arrivederci, Presidente.